Private credit USA, i default dovrebbero diminuire nel 2026 ma resta alta la fragilità del settore

BofA: calo dei tassi Fed porterà sollievo ai prestiti privati, ma rischi e vulnerabilità restano elevati

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I default nel mercato del private credit statunitense dovrebbero diminuire nel 2026, con un tasso previsto del 4,5% rispetto al 5% di quest’anno, grazie al previsto calo dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, ma il settore resta tra i più fragili del credito americano, secondo gli analisti di BofA Global Research.

Il private credit, che offre prestiti a tasso variabile, continua a essere esposto a rischi elevati a causa di strutture di prestito complesse e di una forte concentrazione nei settori tecnologico e dei servizi, più vulnerabili ai cambiamenti legati all’intelligenza artificiale. Come riportato da Reuters, Neha Khoda, responsabile della strategia sul credito USA presso BofA, definisce questo segmento «l’asset class di qualità più bassa all’interno del nostro universo di finanza a leva».

Negli ultimi anni le partnership tra banche e società di private credit sono cresciute rapidamente: secondo Moody’s, le banche statunitensi hanno concesso quasi 300 miliardi di dollari a fornitori di credito privato entro giugno 2025.

Il mercato, stimato da Morgan Stanley intorno a 3.000 miliardi di dollari all’inizio del 2025, in crescita rispetto ai 2.000 miliardi del 2020, ha attratto un numero sempre maggiore di investitori, dai fondi pensione agli investitori retail, grazie alla flessibilità dei finanziamenti e ai rendimenti più elevati rispetto al mercato tradizionale. Tuttavia, qualsiasi tensione significativa potrebbe avere effetti a catena sui mercati finanziari.

Anche se alcune recenti bancarotte hanno attirato l’attenzione sul settore, figure come Stephen Schwarzman, CEO di Blackstone, sottolineano che i problemi recenti sono legati a operazioni condotte da banche tradizionali, e non dalle società di private credit stesse.

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