Stablecoin: nove banche europee avviano il progetto con sottostante in euro

Dell’iniziativa fanno parte le italiane Unicredit e Banca Sella. Il mercato delle stablecoin è stimato in €260 miliardi, per il 99% ancorato al dollaro

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Nove banche europee, tra cui le italiane Unicredit e Banca Sella, hanno deciso di dar vita a una stablecoin in euro, una prima mossa in un settore dove il 99% delle valute digitali ha come controparte il dollaro ed è governato da operatori privati. Lo riferisce Repubblica, sottolineando che il mercato delle valute digitali “stabili”, secondo i dati di CoinMarketCap, capitalizza €260 miliardi e quelle con sottostante in euro valgono solo 400 milioni.

«L’Europa è visibilmente indietro – spiega il quotidiano – ma inizia a muoversi con grandi operatori in campo ed è un segnale positivo. La seconda buona notizia è che in questo progetto uniscono le forze banche di Paesi diversi. In un settore dove gli Stati nazionali hanno eretto muraglie contro le fusioni transfrontaliere, spuntano ora accordi che includono importanti istituti di credito dei maggiori Paesi dell’euro. L’eccezione è la Francia, perché nessuna banca transalpina al momento ha aderito al consorzio, ma non è detto che non possano aderire successivamente perché l’iniziativa è aperta a tutti».

Lo stablecoin è un tipo di criptovaluta il cui valore è ancorato a un altro asset, come una valuta tradizionale (es. dollaro) o l’oro, per mantenere un prezzo stabile. Tuttavia, è emesso da privati e pertanto non è escluso il rischio che non riescano ad adempiere a quell’impegno.

Per gli Usa, che hanno lanciato e regolamentato le stablecoin, si tratta di un tentativo di rafforzare il predominio del dollaro nel sistema dei pagamenti internazionali, visto che il 99% delle stablecoin hanno come sottostante quella divisa. Ma la Bce, che sta attuando il progetto alternativo di euro digitale, ha segnalato più volte il pericolo di una crisi sistemica qualora qualche grande operatore dovesse fallire.

«Mi riesce difficile pensare – ha commentato su La Stampa l’ex direttore generale della Banca d’Italia, Salvatore Rossi, riferendosi all’iniziativa delle nove banche – che essa non sia stata quantomeno sottoposta al Sistema europeo delle Banche centrali e alla Bce. Se il loro tentativo è quello di contrastare la possibile rimonta del dollaro opponendo a stablecoin basati sul dollaro analoghi strumenti basati sull’euro, non può dispiacere alla Bce», è il giudizio dell’ex regulator. «Può darsi che il presunto vantaggio delle stablecoin nei pagamenti alla fine si riveli piccolo o inesistente. Ma intanto il fenomeno galoppa e va cavalcato. Conviene che l’Europa combatta con entrambe le armi: quella pubblica dell’euro digitale e quella privata delle nove banche».

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