Uffici in Europa: 170 milioni m² a rischio di normative climatiche

Tra le città più a rischio citate nel rapporto di Cushman & Wakefield, c’è Milano, seguita da Barcellona, Stoccolma e Parigi

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Fonte immagine: Andrea Piacquadio su Pexels

Il rischio che gli uffici diventino obsoleti a causa di vari fattori, soprattutto a causa della legislazione climatica, sta aumentando. Secondo una nuova analisi di Cushman & Wakefield, gli immobili in diverse grandi città dell’Europa occidentale affronteranno sfide significative nei prossimi cinque anni.

Il rapporto “RethinkingmEuropean Offices 2030” esamina il patrimonio immobiliare degli uffici in 16 città europee chiave e le opportunità per i proprietari di riposizionare o riconvertire i loro spazi. Entro il 2030, Cushman & Wakefield stima che oltre 170 milioni di metri quadrati di uffici saranno a rischio in queste città, equivalenti a più di sei volte il totale degli uffici nel centro di Londra. Tra le città più a rischio di normative climatiche, citate nel rapporto, c’è Milano, seguita da Barcellona, Stoccolma e Parigi.

I mercati dell’Europa occidentale affrontano una sfida maggiore, con quasi l’80% del patrimonio totale a rischio in sette città principali, riflettendo immobili relativamente più vecchi. Il riposizionamento degli immobili per migliorarne la qualità è probabilmente la soluzione ottimale nelle aree centrali con forte domanda di spazi di alta qualità, bassi tassi di vacanza e affitti elevati.

Nei mercati dell’Europa orientale (Budapest, Praga e Varsavia) il volume e la quota di immobili a rischio sono inferiori, con una media del 43%. Tuttavia, queste sfide aumenteranno per i proprietari dell’Europa orientale man mano che gli immobili invecchieranno. In generale, il settore immobiliare è responsabile di circa il 40% di tutte le emissioni di gas serra, con investitori e imprese di costruzioni che si stanno impegnando per ridurre significativamente l’impatto ambientale delle abitazioni.