Usa: crescono i fallimenti tra le aziende sostenute da Venture capital e Private equity

Una tendenza molto forte a Washington. Ad andare a picco sono soprattutto aziende dei settori sanitario e medico e quelle sostenute da capitale di rischio

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Vanno sempre peggio gli affari negli Usa per un particolare segmento di aziende: si tratta delle società finanziate da Venture capital e Private equity. Lo evidenzia un’analisi del Washington Business Journal secondo la quale solo lo scorso anno si è registrato un boom di fallimenti. Un numero così elevato di crac non si raggiungeva da 13 anni.

Ci sono stati 642 fallimenti aziendali negli Stati Uniti nel 2023, secondo i dati di S&P Global Market Intelligence. Rispetto al 2022 si è rilevato un aumento del 73% e il più alto dal record di 827 richieste del 2010. La tendenza si percepisce forte e chiara a Washington, dove le dichiarazioni di fallimento sono raddoppiate dal 2022 al 2023, mentre non è così evidente in Maryland o Virginia.

Ad andare a picco sono soprattutto aziende dei settori sanitario e medico e dei beni di consumo voluttuari, nonché le società sostenute da capitale di rischio o Private equity. Non solo si è trattato del numero più alto di fallimenti per le società sostenute da Venture capital e Private equity, ma anche la percentuale più alta mai registrata tra tutti i fallimenti aziendali, pari a oltre il 16%.

A incidere sulle difficoltà delle aziende sono stati tassi di interesse più alti combinati con l’incertezza economica, oltre all’impatto dell’esaurimento degli aiuti dell’era Covid. Una tendenza generale in atto negli Usa negli ultimi anni, che nel 2023 è aumentata. “Se sei già stato acquisito tramite un buyout – spiegano gli esperti di S&P – stai pagando il debito e ora hai bisogno di più debito, il tuo proprietario di Private equity potrebbe decidere che quei 100 milioni di dollari sono meglio spesi per acquisire una nuova società”.

Gli stessi fattori che hanno causato i fallimenti hanno portato allo stop degli investimenti di Private equity. Ora, in vista di un calo dei tassi di interesse, le cose potrebbero cambiare. Nonostante molta turbolenza macroeconomica, guerre e tensioni globali tra Stati Uniti e Cina – aggiungono gli esperti – il mercato ha superato il timore che gli Stati Uniti possano entrare in recessione. Un fattore positivo per il private equity.