Venture Capital in Italia: operazioni in aumento, ma calano gli investimenti

Nel primo semestre 2025 effettuate 153 operazioni, ma il totale investito scende a 443 milioni

0
74
investimenti-venture-capital

Nel primo semestre del 2025 il venture capital in Italia ha registrato più operazioni ma meno investimenti, secondo il Rapporto VeM curato dall’Osservatorio della LIUC – Università Cattaneo con AIFI e sostenuto da Intesa Sanpaolo Innovation Center, KPMG, CDP Venture Capital SGR e IBAN.

Le operazioni totali sono state 153, in aumento del 21% rispetto al 2024, di cui 107 nuovi investimenti. Tuttavia, il valore investito in startup e scaleup italiane si ferma a 443 milioni di euro, in calo del 9% rispetto ai 488 milioni del primo semestre dell’anno scorso.

Sommando anche gli investimenti in realtà estere fondate da italiani, si arriva a 523 milioni, lontani dai 758 milioni del primo semestre 2023. «In un mercato del venture capital non ancora maturo, come quello italiano, la presenza o meno di mega deal incide in modo evidente sui risultati. La contrazione dell’ammontare dei primi sei mesi del 2025 è dovuta principalmente a questa motivazione», spiega Giovanni Fusaro, Project Manager del VeM.

L’indice VeM-i, che misura l’evoluzione delle attività di venture capital, si attesta comunque su 1.300 nel secondo trimestre, un dato stabile e positivo. «Tuttavia, l’aumento del numero delle operazioni è un segnale positivo e in ripresa rispetto al primo semestre del 2024». Paolo Anselmo, presidente di IBAN, ha sottolineato il ruolo costante dei business angel: «Hanno investito quasi 22,5 milioni di euro nel primo semestre, in linea con il 2023, a conferma di una presenza solida in un contesto complesso».

Anche Alessandro Soprano, partner di KPMG, ha evidenziato come «l’Italia segni un’inversione rispetto alla tendenza globale, con un aumento delle operazioni ma una frammentazione più marcata del capitale investito».

I settori più attrattivi restano quelli legati alla tecnologia, con attese di crescita per AI, Defence-Tech e Health-Tech. Infine, Anna Gervasoni, direttrice generale di AIFI e rettrice di LIUC – Università Cattaneo, ha spiegato come nel mondo del venture capital, «da parte dei soggetti domestici europei ci sia voglia di fare scouting in realtà locali, cioè italiane ed europee. Questa può essere una grande opportunità, perché ci si è resi conto che comunque con una politica internazionale che ha dei punti interrogativi sempre più grandi e con un’imprevedibilità notevole oggi il discorso del pensare globale sta diventando un po’ meno forte».