Euro digitale, Cipollone: “Modernizzare la moneta di banca centrale”

Durante il suo intervento al comitato esecutivo ABI, il membro del Board della BCE ha spiegato come l’euro digitale rafforzerà la sovranità europea, la resilienza dei pagamenti e il ruolo delle banche

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L’Europa si trova davanti a una delle più significative trasformazioni monetarie degli ultimi decenni, con la digitalizzazione dei pagamenti che mette in luce la crescente dipendenza dai fornitori di servizi non europei e la necessità di una risposta decisa dell’Eurosistema. Come riferito da Radiocor, Piero Cipollone, membro del consiglio esecutivo della Bce con delega sui sistemi di pagamento, durante il suo intervento al comitato esecutivo dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI) a Milano, ha spiegato che «la digitalizzazione sta limitando il ruolo del contante e aumentando la nostra dipendenza da fornitori di servizi di pagamento digitali non europei» e, proprio per questo, l’obiettivo della Bce è chiaro: «modernizzare la moneta di banca centrale».

Al centro della strategia c’è l’euro digitale, concepito non come sostituto della moneta fisica, ma come strumento complementare capace di garantire sicurezza, accessibilità universale e maggiore efficienza nei pagamenti. L’infrastruttura tecnica prevista sarà distribuita su almeno tre regioni, ciascuna dotata di ridondanza a sette livelli, per assicurare resilienza e continuità anche in caso di interruzioni, mentre la funzionalità offline permetterà transazioni anche senza connessione Internet.

Cipollone ha inoltre sottolineato come «l’euro digitale rafforzerebbe la nostra autonomia e resilienza con una soluzione basata su una governance e un’infrastruttura europee», creando una rete di accettazione paneuropea basata su standard aperti che consentirebbe alle banche di offrire ai cittadini un’esperienza di pagamento uniforme, dall’online al contactless, senza ricorrere a operatori stranieri.

In questo contesto, le banche non sono marginali: «l’euro digitale salvaguarda il ruolo di intermediazione delle banche», ha ribadito Cipollone, evidenziando come gli istituti saranno protagonisti della diffusione della moneta digitale, dall’onboarding dei clienti alla gestione dei wallet e allo sviluppo di nuovi servizi di pagamento innovativi.

L’introduzione di limiti di possesso per privati e aziende, prevista nel 2026, mira a prevenire squilibri nel sistema finanziario e a preservare la stabilità delle banche, evitando fenomeni di disintermediazione e garantendo equità nell’accesso al nuovo strumento.

Il progetto dell’euro digitale non è solo tecnico, ma strategico: rafforza la sovranità europea, riduce la dipendenza da circuiti non UE e stimola l’innovazione finanziaria. Come ha sottolineato Cipollone, «le tensioni geopolitiche aumentano il rischio di frammentazione del sistema finanziario globale», rendendo essenziali soluzioni autonome e resilienti. L’euro digitale punta così a proteggere i cittadini, consolidare la posizione dell’Europa nei pagamenti digitali e mantenere le banche al centro della rivoluzione finanziaria.

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