Fallimenti record in Svizzera: l’effetto della nuova legge fa impennare le cifre

Una riforma legislativa spinge i creditori pubblici ad avviare le procedure di fallimento, con un aumento del 40% dall’inizio dell’anno. Crescono però anche le nuove imprese, segno di un’economia in transizione

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Economia-Svizzera

In Svizzera il numero di fallimenti aziendali ha raggiunto livelli senza precedenti dall’inizio del 2025. Sono state avviate 6.274 procedure, pari a un incremento del 40% rispetto all’anno scorso. Lo rivela la società d’informazioni economiche Dun & Bradstreet (D&B), leader internazionale nell’analisi dei dati aziendali e nella valutazione del rischio creditizio. Alla base del fenomeno c’è una riforma legislativa che impone ai creditori pubblici di avviare il procedimento per recuperare i propri crediti, una misura che sta incidendo in modo profondo sul tessuto imprenditoriale del Paese.

L’aumento dei fallimenti non è uniforme sul territorio. La Svizzera centrale registra l’incremento più marcato (+48%), seguita dall’Espace Mittelland (+44%), dal nord-ovest e dall’est (+43%), e dal sud-ovest (+42%). Più contenuti i numeri in Ticino, dove i fallimenti sono cresciuti del 34%, e a Zurigo, con un +28%.

Anche la distribuzione per settori racconta un quadro complesso: i comparti più colpiti sono la fabbricazione di beni durevoli (+64%), l’informatica (+60%), le holding e società d’investimento (+59%) e i servizi alle imprese (+55%). Secondo D&B, «la riforma ha reso più visibili le difficoltà di aziende già fragili, spesso alle prese con problemi di liquidità o con strutture finanziarie precarie».

Nonostante il clima di incertezza e le tensioni strutturali, la Svizzera continua a mostrare una certa vitalità imprenditoriale. Nei primi nove mesi del 2025 sono nate 40.866 nuove imprese, in aumento del 4% rispetto all’anno precedente. La crescita è trainata soprattutto dalla Svizzera centrale e da Zurigo, mentre Ticino e Svizzera orientale restano stabili. Sul piano settoriale spiccano immobiliare, holding e tecnologie dell’informazione, a fronte di cali nel commercio, nei trasporti e nella ristorazione.

Un quadro che, nonostante l’ondata di fallimenti, riflette la capacità del Paese di rinnovarsi e restare dinamico anche in un contesto economico più rigido.

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