I crediti deteriorati netti che pesano sui bilanci delle banche italiane in aprile sono scesi a 31,1 miliardi dai 31,3 di dicembre 2024. È quanto emerge dal rapporto mensile dell’Abi. Erano 30,5 miliardi a dicembre 2023. Rispetto al loro livello massimo, 196,3 miliardi raggiunti nel 2015, sono in calo di oltre 165 miliardi. Ad aprile i crediti deteriorati netti rappresentavano l’1,5% dei crediti totali.
Guardando in generale all’attività creditizia, i tassi di mercato iniziano a risentire degli ultimi tagli della Bce. A maggio 2025 il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è sceso al 3,64% dal 3,77% del mese precedente e dal 5,45% di dicembre 2023. Quanto ai mutui immobiliari, il tasso medio sulle nuove operazioni è sceso al 3,19% dal 3,27% del mese precedente (4,42% a dicembre 2023). Il tasso medio sul totale dei prestiti (quindi sottoscritti negli anni) è sceso al 4,07% dal 4,14% del mese precedente.
Il costo della raccolta sui nuovi depositi a durata prestabilita (cioè certificati di deposito e depositi vincolati) a maggio 2025 è stato il 2,32%, sostanzialmente invariato rispetto al mese precedente. Ad aprile tale tasso – sottolinea l’Abi – era in Italia superiore a quello medio dell’area dell’euro (Italia 2,31%; area dell’euro 2,10%).
Il report mensile dell’associazione dei banchieri segnala infine un significativo incremento della raccolta indiretta, cioè gli investimenti in titoli custoditi presso le banche, pari a 121,4 miliardi tra aprile 2024 e aprile 2025 (26,2 miliardi famiglie, 16,1 miliardi imprese e il restante agli altri settori: imprese finanziarie, assicurazioni, pubblica amministrazione).