Continua a diminuire l’ammontare dei prestiti bancari cancellati dai bilanci degli istituti di credito attraverso le cartolarizzazioni e altre cessioni. Lo segnala il fascicolo mensile di Banca d’Italia Banche e monete, che aggiorna le principali variabili creditizie al mese di ottobre. A fine mese lo stock di prestiti trasferiti dai bilanci bancari ammontava a 184 miliardi, di cui 161 miliardi relativi a sofferenze. I dati si confrontano con quelli di fine 2022, quando il derisking aveva raggiunto il picco con 204 miliardi di prestiti trasferiti (179 miliardi relativi a sofferenze). Guardando alle controparti, le banche, nel corso dello stesso periodo, hanno ridotto il trasferimento dei prestiti concessi alle imprese (passati da 146 a 125 miliardi) e l’hanno viceversa aumentato per i finanziamenti accordati alle famiglie (da 52 a 55 miliardi). Dai dati di via Nazionale si evince che gli istituti di credito hanno trasferito dai propri bilanci una quota consistente dei prestiti cartolarizzati, anch’essi in diminuzione rispetto al top di fine 2022.

Nel corso di questo periodo lo stock dei finanziamenti cartolarizzati è passato da 324 a 299 miliardi. Il trend discendente ha riguardato ancora una volta i prestiti concessi alle imprese – lo stock è passato da 185 a 158 miliardi – mentre sul versante delle famiglie lo stock dei crediti cartolarizzati mostra un leggero aumento, dai 134 miliardi del dicembre 2022 ai 136 miliardi di ottobre 2025.
Guardando alle principali variabili creditizie, a ottobre 2025 i tassi sui prestiti in Italia hanno mostrato qualche segnale di aumento, soprattutto sui mutui. Il Taeg per i nuovi mutui abitativi è salito al 3,73%, leggermente sopra il 3,71% di settembre, ed è cresciuta anche la quota di prestiti con tasso iniziale fino a un anno, al 16,1%. Per il credito al consumo, invece, si è registrato un piccolo calo, al 10,07%.

Nel complesso i tassi sui nuovi finanziamenti alle società non finanziarie sono arrivati al 3,52%, con punte del 4,11% per prestiti fino a un milione di euro e del 3,16% per importi più grandi. Quanto ai depositi, sono restati praticamente fermi allo 0,63%, mentre la raccolta obbligazionaria è cresciuta più rapidamente, segnando un +4,9%.
Le erogazioni di prestiti alle famiglie sono aumentate del 2,2% su base annua e quelle alle imprese dell’1,2%. Il quadro che emerge è quello di un mercato del credito in lenta crescita: i costi dei prestiti salgono, ma i depositi non offrono grandi rendimenti. La Banca d’Italia invita a muoversi con prudenza, sottolineando l’importanza di mantenere il credito sostenibile e stabile, in un contesto in cui famiglie e imprese devono fare i conti con tassi più alti senza perdere di vista la sicurezza finanziaria.
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