Euro digitale e stablecoin, Cipollone traccia la rotta della BCE per il futuro della moneta europea

Perché l’euro digitale rafforzerà il sistema e quali rischi vede la BCE nel nuovo ecosistema dei pagamenti

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Euro Digitale

L’euro digitale non è più un esercizio teorico, ma un passaggio necessario per accompagnare l’evoluzione dei pagamenti. Lo ha spiegato Piero Cipollone, membro del Comitato esecutivo della BCE, in un’intervista a Nikkei, uno dei principali quotidiani economici e finanziari del Giappone.

«Dieci anni fa – ha ricordato Cipollone – il contante era sovrano». Oggi, tra pagamenti mobili, fintech aggressive e l’avanzata delle stablecoin, lo scenario è completamente diverso. Per questo, spiega, avere un euro digitale accanto al contante significherebbe tornare a un mondo in cui si può pagare tutto, ovunque, con moneta della banca centrale. Servirebbe a rafforzare la resilienza del sistema e, allo stesso tempo, l’autonomia strategica dell’Europa.

L’idea non nasce come risposta alle mosse di altri Paesi o alle Big Tech, ma come parte naturale della trasformazione digitale dell’economia: un progetto strategico, con una sua logica interna, indipendente da ciò che succede fuori dall’area euro. L’obiettivo è coprire tutti i casi d’uso possibili: pagamenti tra privati, acquisti online e nei negozi, transazioni con la pubblica amministrazione. E per i cittadini, dice Cipollone, i vantaggi sono due: semplicità – con un unico mezzo di pagamento utilizzabile ovunque – e soprattutto resilienza, perché l’euro digitale permetterà anche pagamenti offline, senza elettricità o connessione internet.

Altro tema caldo è l’interesse crescente delle banche europee verso le stablecoin denominate in euro. Per Cipollone è un segnale positivo, perché token legati al dollaro comportano rischi di sostituzione valutaria e possono minare la sovranità monetaria. Ma il quadro non è privo di criticità: le stablecoin restano «moneta-commodity» e la loro stabilità dipende dal valore delle attività che le garantiscono, con il pericolo di improvvise corse agli sportelli digitali.

Sul fronte normativo l’obiettivo è chiaro: arrivare a una legge europea sull’euro digitale nel 2026. Il processo è in corso tra Parlamento e Consiglio Ue, e Cipollone si dice sempre più fiducioso grazie al sostegno politico emerso negli ultimi vertici europei.

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