Fallimenti in aumento a due cifre nel 2024 nel mondo, stima Allianz Trade

L’incremento è dovuto alla liquidazione dell'arretrato di insolvenze, specialmente per le aziende protette dalle misure di sostegno durante la pandemia e la crisi energetica. I settori più colpiti sono l'edilizia, il commercio al dettaglio e i servizi

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Fonte immagine: Megan Rexain Conde da Pixabay

Quest’anno i fallimenti aziendali dovrebbero aumentare a due cifre a livello globale, con un incremento che già si attesta a un +9% dall’inizio dell’anno. La stima viene dal Global Insolvency Index di Allianz Trade secondo cui due terzi dei paesi supereranno i livelli di insolvenza pre-pandemia, in particolare il Regno Unito e la Francia. L’incremento è dovuto alla liquidazione dell’arretrato di insolvenze, specialmente per le aziende protette dalle misure di sostegno durante la pandemia e la crisi energetica. I settori più colpiti sono l’edilizia, il commercio al dettaglio e i servizi. Nel secondo trimestre del 2024, le grandi insolvenze (aziende con un fatturato superiore a 50 milioni di euro) hanno raggiunto un nuovo record, con l’Europa occidentale in testa alla tendenza.

Per il prossimo anno Allianz Trade prevede un aumento delle insolvenze del +2% a causa del rallentamento della crescita, delle frizioni geopolitiche e delle condizioni di finanziamento. Negli Stati Uniti, i fallimenti aumenteranno del +12% nel 2025 prima di diminuire del -4% nel 2026. In Germania, le insolvenze delle imprese aumenteranno del +4% a 23.000 aziende prima di diminuire anch’esse del -4% nel 2026. In Francia e nel Regno Unito, il numero di insolvenze diminuirà leggermente del -6% per entrambi i paesi nel 2025, rispettivamente a 63.000 e 27.480 aziende insolventi, e continuerà a diminuire ulteriormente del -3% e del -4% nel 2026.

Quanto all’Italia, le liquidazioni continueranno a crescere del +4% nel 2025 (pari a 9.700 casi) e del +3% nel 2026. In Cina, il numero di fallimenti sarà piuttosto contenuto (6.850 imprese) ma in crescita (+5%), un trend che proseguirà anche nell’anno successivo (+6%).

Nel 2025 i settori maggiormente esposti alla crisi saranno l’edilizia, il commercio al dettaglio e i servizi. Questi settori hanno registrato i maggiori incrementi a livello globale, specialmente in Europa e Nord America, e sono stati particolarmente colpiti dalle difficoltà economiche post-pandemia e dalla riduzione della domanda. Il commercio al dettaglio ha subito un impatto significativo, in particolare in Europa, dove rappresenta circa la metà delle insolvenze. L’aumento dell’e-commerce e i cambiamenti nelle abitudini di consumo post-pandemia hanno aggravato ulteriormente la situazione. Anche il settore automobilistico, inclusa la manutenzione, ha visto un aumento delle insolvenze a causa della crescita limitata della domanda e della forte competizione tra gli operatori.

Le aziende hanno iniziato ad adattarsi all’ambiente di alti tassi d’interesse, migliorando i loro bilanci e riducendo il debito. Tuttavia, molte imprese hanno contratto finanziamenti a breve termine per evitare i costi elevati dei prestiti a lungo termine, il che ha portato solo a un lieve miglioramento del tasso di copertura degli interessi. Nonostante il ciclo di allentamento monetario in corso, i tassi d’interesse più bassi non saranno una soluzione definitiva ai rischi di insolvenza, anche se ridurranno il peso degli oneri finanziari per le aziende più indebitate, liberando liquidità e migliorando la redditività di settori sensibili ai tassi, come quello immobiliare e dell’edilizia. L’effetto positivo dei tassi più bassi si vedrà principalmente a partire dalla fine del 2025, quando è previsto un aumento della spesa dei consumatori e degli investimenti. Tuttavia, le imprese fragili continueranno a lottare con i costi dell’indebitamento.