Gran Bretagna: Regulator autorizza consulenza legale esclusivamente attraverso l’AI

L’intelligenza artificiale verrà utilizzata da uno studio specializzato nel recuperare crediti fino a £10.000. Attraverso l’AI verranno ridotti i costi legali – il fenomeno delle c.d. «allucinazioni» risolto impedendo al nuovo sistema di proporre «giurisprudenza pertinente»

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L’AI entra di prepotenza nella gestione della consulenza legale in Gran Bretagna. Il 6 maggio scorso la SRA (Solicitors Regulation Authority) – l’autorità di vigilanza sui solicitors, coloro che svolgono assistenza legale – ha autorizzato per la prima volta uno studio a erogare servizi legali esclusivamente con IA.

Lo studio – ha scritto l’avv. Luigi Viola su Nt+ Diritto de Il Sole 24 Ore – si chiama Garfield: è specializzato nell’aiutare le aziende a recuperare crediti fino a 10.000 sterline, con costi a partire da 2 sterline per l’invio di una lettera di “cortesia”. «Molti studi legali – si legge nel comunicato della SRA – utilizzano già l’IA per supportare e fornire una gamma di servizi di back-office e rivolti al pubblico, Garfield.Law Ltd è il primo studio basato esclusivamente sull’AI che abbiamo autorizzato a fornire servizi legali regolamentati in Inghilterra e Galles».

Il motivo? La SRA sta «incoraggiando lo sviluppo di nuovi approcci e modelli grazie ai potenziali vantaggi per i consumatori. I servizi legali basati sull’AI potrebbero offrire servizi migliori, più rapidi e più convenienti. Esistono, tuttavia, potenziali rischi per il pubblico, quindi ci siamo assicurati che siano in atto controlli adeguati per garantire che la tutela dei consumatori non venga compromessa». In particolare, sono stati affrontati con i gestori del servizio i problemi riguardanti il controllo di qualità del lavoro, la riservatezza delle informazioni dei clienti e la tutela dai conflitti di interesse.

I maggiori timori – osserva Viola – riguardano comunque le c.d. «allucinazioni»: quel fenomeno che porta l’intelligenza artificiale, soprattutto quella generalista, a “inventare” dati non corrispondenti al vero, come è successo proprio in Italia a proposito di un avvocato che aveva usato ChatGPT ed ha rischiato la condanna per lite temeraria (Tribunale ordinario di Firenze, sezione imprese, ordinanza del 14.3.2025).

È una problematica affrontata anche dall’authority inglese, ed è stata risolta stabilendo che il nuovo sistema «non sarà in grado di proporre giurisprudenza pertinente, un’area ad alto rischio per l’apprendimento automatico basato su modelli linguistici di grandi dimensioni. Garfield non è autonomo e intraprenderà un’azione solo dopo l’approvazione del cliente; inoltre, sono in atto processi di supervisione e monitoraggio. Ciò include una maggiore supervisione delle richieste di risarcimento nella fase di lancio iniziale, in modo da poter identificare problemi o rischi». La responsabilità per eventuali controversie rimarrà comunque in capo agli avvocati che gestiranno il servizio.