Il mondo del credito verso la sfida ESG, ma è “sostenibile” (dal)la giustizia?

Nella sua analisi, l'avvocato Isabella Melchiori auspica che anche il settore della giustizia sia adeguatamente coinvolto in un decisivo cambio di mentalità in termini di rischio climatico e sostenibilità ambientale

0
131

I rischi climatici hanno comportato una maggiore sensibilità e responsabilità globale in tema di sostenibilità, concetto a lungo evanescente che però, con l’accelerazione del ritmo degli interventi delle autorità internazionali, si è caricato di crescente concretezza ed impositività.

Una rivoluzione culturale è da tempo in atto con l’abbandono della visione del mondo quale fonte di risorse illimitate – spensieratamente fruibili, hic et nunc – e l’adozione di politiche – potenzialmente efficaci se trasversali, coordinate e tempestive – tese a garantire il diritto di tutti di “avere accesso a condizioni di vita soddisfacenti, in un ambiente che consenta di vivere nella dignità e nel benessere” (Dichiarazione di Stoccolma del 1972).

Ad un’embrionale accezione ambientale di sostenibilità si è aggiunta la componente economica e poi quella dell’equità sociale; nel 1987 la World Commission on Environment and Development definiva lo sviluppo sostenibile come quello “che incontra i bisogni del presente senza compromettere la possibilità per le generazioni future di incontrare i loro bisogni”.

Entrano in gioco le generazioni future che nel nostro ordinamento dal 2022, con la modifica degli articoli 9 e 41 della Costituzione, sono diventate soggetti da tutelare.

Il presente, dunque, si fa carico del futuro ed è chiamato ad adottare una politica ecologica, aggettivo quest’ultimo che etimologicamente esprime la necessità di preservare la “casa” Terra (οἶκος) intesa in senso materiale, relazionale e sociale.  

Su tali basi si sono sviluppate le tematiche ESG (Environmental, Social, Governance) verso le quali sta sempre più crescendo l’attenzione con l’avvicinarsi dei termini imposti alle imprese per il graduale adeguamento alle discipline comunitarie.

Gli ultimi scenari descritti da Network for Greening the Financial System – comprendente centoquattordici banche centrali e autorità di vigilanza finanziaria – esprimono un forte monito sulle misure da attuare per una transizione rapida e coordinata e per ridurre gli impatti economici dei rischi climatici (“Climate-related risks for Italy: an analisys based on the latest NGFS scenarios” in Questioni di Economia e Finanza – Occasional Papers, Banca d’Italia, april 2024).

In tale contesto il sistema bancario e in generale la filiera del credito rivestono un ruolo strategico: il Piano d’azione per la finanza sostenibile del 2018 è stato congegnato per indirizzare i flussi finanziari verso investimenti sostenibili includendo i fattori ESG nei processi decisionali di credito.

Banche ed intermediari, pertanto, sono chiamati ad aiutare le imprese a migliorare il rating ESG e a rendere disponibili le risorse per promuovere attività rispettose di un’economia sostenibile; in tale direzione si muove anche la gestione dei portafogli UTP e NPL.

Nell’ambito immobiliare gli operatori hanno iniziato ad adottare strategie finalizzate, da un lato, all’acquisizione di asset “sostenibili” a garanzia dei finanziamenti e, dall’altro, ad operazioni di investimento, rigenerazione di beni e ricollocazione degli stessi sul mercato.

Nel percorso verso la sostenibilità, in cui, peraltro, alcune banche italiane si distinguono per proattività a livello europeo e mondiale, si auspica che anche il settore della giustizia sia adeguatamente coinvolto in un decisivo cambio di mentalità, risultando riduttivo misurare l’efficienza del sistema, come nel Rapporto annuale BES, solo in termini di durata dei procedimenti, benché tale fattore sia tutt’altro che privo di rilievo (si pensi alle problematiche del cash in court).

Gli operatori e i professionisti del settore colgono quotidianamente le criticità delle recenti riforme – già necessitanti di rilevanti correttivi – e un disorientante ondivagare della giurisprudenza su questioni che incidono sulla validità dei rapporti negoziali e sull’esistenza dei crediti, situazioni che favorendo l’incertezza del diritto sembrano non allineate con le nuove esigenze di una società che dovrebbe essere sempre più consapevole e responsabile, in una parola “sostenibile”.