Mercato immobiliare: nel primo trimestre del 2024 investimenti per 1,8 miliardi

Traina gli acquisti di immobili il Nord Italia. Il settore degli uffici è il preferito dagli investitori

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Riprendono gli investimenti nel mattone. Nel primo trimestre del 2024 in Italia sono stati investiti 1,8 miliardi di euro in immobili commerciali. Un dato che segna un aumento di 1 miliardo rispetto allo stesso periodo del 2023 e che lascia presagire un’inversione di tendenza positiva. Lo rivela un recente report del Centro studi Gabetti.

Lo studio attribuisce l’incremento a due fattori. Anzitutto un’eventuale riduzione dei tassi di interesse da parte della Bce tra giugno e settembre, potrebbe far calare i rendimenti dei titoli di Stato italiani, rendendo l’investimento immobiliare di nuovo più attraente, soprattutto per gli investitori istituzionali esteri. Inoltre i fondamentali economici dell’Italia mostrano segnali positivi: il PIL per il 2024 è previsto allo 0,7% (il più alto d’Europa e migliore della Germania per il terzo anno consecutivo), l’inflazione a febbraio era la più bassa d’Europa (+0,8%) e il numero di occupati continua a crescere, soprattutto con nuovi contratti a tempo indeterminato (+2,4%). Questi fattori, rendono ottimistiche le previsioni per la seconda metà del 2024.

“Il 2024, potrebbe essere l’anno del giro di boa con l’investimento immobiliare che tornerà a essere più premiante rispetto al mercato finanziario” secondo Alessandro Lombardo, direttore commerciale del gruppo Gabetti.

Nel mercato immobiliare commerciale, il settore degli uffici è il preferito dagli investitori, con 540 milioni di euro investiti nel trimestre (29% del totale), più del doppio rispetto allo stesso periodo del 2023. A Milano, le locazioni degli uffici hanno raggiunto 91.000 mq (+1% rispetto al 2023). A Roma, l’assorbimento di spazi ufficio è sceso a 31.800 mq. I canoni cosiddetti “prime rents”, ovvero i livelli di affitto più alti che si possono ottenere per immobili di qualità superiore in una zona, sono stabili a Roma e Milano, rispettivamente a 510 euro per mq all’anno e 700 per mq all’anno, con rendimenti netti stabili a 4,75% e 4,25%. La domanda di immobili di qualità con certificazioni green sta crescendo. Il settore mixed-use, ovvero quello di immobili con diversi utilizzi (ad esempio residenziale e commerciali insieme) è il secondo per investimenti, con quasi 500 milioni di euro, grazie all’acquisizione degli scali ferroviari Farini e San Cristoforo a Milano.

Quindi troviamo il settore della logistica, il quale da gennaio a marzo ha registrato investimenti per circa 340 milioni di euro (19% del totale), con un aumento del 28% rispetto allo stesso periodo del 2023, concentrandosi principalmente nel Nord Italia. Il comparto dell’hospitality ha visto investimenti per 246 milioni di euro (14% del totale), superando la media degli ultimi 5 anni (220 milioni di euro), con operazioni significative in Sardegna, Milano e Torino. Il settore alberghiero si sta riposizionando per soddisfare una domanda sempre più esclusiva ed esigente.

Infine c’è il comparto living che nel primo trimestre ha visto investimenti per 90 milioni di euro (5% del totale), principalmente grazie a riconversioni da uffici a residenziale, concentrate soprattutto a Milano. Sebbene il volume sia calato rispetto allo scorso anno, il settore – secondo gli esperti di Gabetti – ha un forte potenziale di crescita a causa della domanda crescente per build to rent, build to sell, e residenzialità collettiva come student e senior housing. Il comparto retail ha registrato una lieve ripresa con 66 milioni di euro (4% del totale), trainato dalla grande distribuzione organizzata nel Centro e Sud Italia. Il settore alternative, che include terreni, investimenti in healthcare e strutture scolastiche, ha totalizzato 40 milioni di euro (2% del totale). La maggior parte degli investimenti si è concentrata nel Nord Italia (63%), seguito dal Centro (23%) e dal Sud (5%), con il restante 9% sparso sul territorio nazionale. Gli investitori domestici, rappresentando il 55%, sono stati i più attivi, il restante 45% degli investimenti è stato effettuato con capitali esteri.