Popolare Sondrio: rilievi BCE su governance e classificazione dei crediti

Sotto esame anche la funzione di amministratore delegato affidata a Mario Alberto Pedranzini. Imposta la riclassificazione a Utp di esposizioni per 219 milioni

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Banca Popolare di Sondrio, filiale di Tirano

La Popolare di Sondrio, oggetto di un’OPS di Bper, finisce sotto gli strali della BCE. La banca dovrà procedere al «potenziamento della struttura e del funzionamento del livello dirigenziale», inclusa la funzione dell’amministratore delegato – oggi la poltrona è occupata da Mario Alberto Pedranzini, che cumula le cariche di consigliere delegato e direttore generale – affidandosi alla «valutazione» di un advisor esterno che indicherà come «evitare la concentrazione di responsabilità e poteri nelle mani di pochi dirigenti», «assicurare un’adeguata separazione» e «chiare responsabilità tra le funzioni dirigenziali chiave», nonché «migliorare la sorveglianza dei processi decisionali».

Lo ha scritto – riferisce Il Giorno – la BCE in una lettera di rilievi alla governance di Sondrio. Le osservazioni della Banca Centrale Europea sono la conseguenza di un’ispezione, svoltasi dal 17 ottobre 2022 al 17 marzo 2023, che ha avuto ad oggetto il rischio di credito e di controparte, con specifico riferimento ai segmenti delle grandi imprese e di quelle medio-piccole.

Le conclusioni del report hanno evidenziato criticità nel governo societario, nel sistema di controlli interni, in quello di gestione dei rischi e di audit. «Sussistono gravi carenze nel quadro di governance del soggetto vigilato. Gli organi decisionali del soggetto vigilato non sono riusciti a istituire un quadro di controllo interno completo, efficace ed affidabile, che individui, misuri, monitori e valuti in maniera adeguata i rischi di credito».

Sono stati considerati «inadeguati» i «risultati» e «il ruolo» del comitato controllo e rischi, come pure «gli interventi del collegio sindacale», che si è limitato «a prendere semplicemente atto delle relazioni non soddisfacenti» di risk management, compliance e audit.

Più in dettaglio, la BCE ha prescritto alla Popolare di Sondrio di riclassificare come inadempienze probabili 219 milioni di euro di esposizioni in bonis, relative a 33 debitori che la banca aveva già accantonato alla fine del 2023 su espressa indicazione della vigilanza, rilevandone l’impatto a conto economico ma mantenendole tra i crediti performanti.

«I prestiti hanno registrato riduzioni di valore in quanto necessitano di accantonamenti per perdite di valore» ma «nonostante ciò, questi restano ancora classificati come in bonis», ha osservato la BCE. «Ciò comporta una visione distorta non solo della qualità del portafoglio, ma anche in termini di copertura dello stage 2, ossia incluse le esposizioni con un livello di riduzione di valore vicino al deterioramento. La BCE esprime pertanto preoccupazioni in relazione all’affidabilità dell’incidenza di crediti deteriorati segnalata e dell’acorrispondente qualità degli attivi».

Nella trimestrale al 31 marzo, la Popolare di Sondrio aveva indicato un NPE ratio (incidenza dei crediti deteriorati) lordo del 2,9% e netto dell’1%, salvo specificare, in un rimando a piè di pagina, che «qualora dovesse operare tutte le riclassificazioni» richieste dalla BCE, l’incidenza dei crediti deteriorati sul totale dei crediti sarebbe risultata pari al 3,3% (1,4% netto).

Se, al termine delle «interlocuzioni» della Popolare di Sondrio con la BCE, «le posizioni creditorie dovessero essere riclassificate come crediti deteriorati» – è il commento della banca ripreso da Radiocor «tale circostanza non comporterebbe comunque la rilevazione di significativi effetti aggiuntivi a conto economico rispetto a quelli già contabilizzati, posto che la banca ha già provveduto ad incrementare il relativo rischio di credito nel corso dell’esercizio 2023 in linea con le richieste dell’Autorità di vigilanza».