Spagna e Portogallo: NPL in significativa decelerazione

Riduzione degli stock e mercato più maturo secondo il report di Prime Yield

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Lo stock di NPL delle banche spagnole si è ridotto a 70,4 miliardi di euro, il livello più basso degli ultimi dieci anni. Lo sottolinea — scrive Noticias Financieras — il report «Investing in NPLs in Iberia 2025» di Prime Yield, secondo cui il dato, riferito al secondo trimestre del 2025, rappresenta un calo del 5,1% su base trimestrale e del 7,6% su base annua, consolidando la tendenza al deleveraging del sistema finanziario spagnolo. Per un Paese che ha accumulato oltre 160 miliardi di crediti in sofferenza dopo la crisi finanziaria, la cifra rappresenta un punto di svolta e conferma che l’era dell’eccesso incontrollato di credito è finita.

Negli ultimi anni, le banche hanno accelerato il risanamento dei loro bilanci, spinte da un supervisore sempre più esigente e da un ciclo economico che ha consentito una maggiore capacità di assorbimento. Parallelamente, i fondi specializzati, entrati massicciamente nell’ultimo decennio acquistando portafogli ad alto rischio, hanno ruotato gli asset, rifinanziato, eseguito, smembrato o venduto, lasciando il mercato in una fase molto diversa da quella di soli cinque anni fa. Il risultato è un ecosistema in cui le insolvenze pesano meno, ma in cui le operazioni, sebbene meno voluminose, sono più sofisticate.

«Spagna e Portogallo hanno ridotto significativamente i loro volumi di debito in sofferenza, il che ha trasformato la natura degli investimenti. L’attenzione è ora rivolta all’efficienza, alla rotazione dei portafogli e alle opportunità del mercato secondario», afferma Francisco Virgolino, Amministratore Delegato di Prime Yield. E questo cambio di ciclo segna il ritmo di un mercato iberico che sta entrando in una fase nuova e molto diversa da quella che ha caratterizzato gli anni successivi allo scoppio della bolla.

Sebbene la Spagna sia ai minimi storici in termini di stock, è ancora il secondo mercato di NPL in Europa. Il Paese rappresenta il 19% dell’intero stock di NPL nell’UE, dietro solo alla Francia. Più in dettaglio, l’NPL ratio si attesta al 2,6%, leggermente al di sotto del 2,8% del 2024, ma comunque nettamente al di sopra della media europea dell’1,8%.

Secondo il rapporto, il calo del mercato dei crediti tossici in Spagna riguarda tutti i segmenti. Tra le famiglie, i crediti deteriorati sono scesi a 43,5 miliardi, con un forte calo dei mutui ipotecari in sofferenza, crollati del 14,6% su base annua. Per quanto riguarda le imprese, il volume è sceso a 25,8 miliardi, con le PMI — che rappresentano i due terzi dei crediti deteriorati aziendali — che hanno registrato cali di oltre il 7% su base trimestrale. Nel frattempo, anche il credito commerciale garantito da immobili (CRE) ha subito una forte contrazione, con un calo del 26,4% su base annua.

Il risanamento dei bilanci bancari si riflette anche nel significativo rallentamento del mercato delle transazioni. Quelle di grandi dimensioni sono passate dagli oltre 22 miliardi di euro del 2024 agli 1,2 miliardi stimati a settembre per l’intero anno. In questo contesto l’interesse degli operatori si sta spostando verso portafogli a basso rischio o con una migliore visibilità del recupero, come i crediti ristrutturati (RPL), i crediti in bonis (PL) o i crediti escussi (REO). Inoltre, la vendita di crediti con minori problemi di pagamento è in aumento, il che dimostra che anche il profilo degli investitori si è evoluto.

La dinamica dei crediti deteriorati — sottolinea il rapporto di Prime Yield — è in rallentamento anche in Portogallo. Nel secondo trimestre del 2025, lo stock di NPL è sceso a 4,3 miliardi, con un calo del 15,7% su base annua, il più alto dell’intera UE. Il Portogallo è così riuscito a ridurre i suoi NPL dai 41 miliardi registrati un decennio fa, con un NPL ratio che attualmente si attesta al 2,1%, superiore alla media europea ma lontano dai «livelli ingestibili del passato».

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