Il 70% delle medie imprese italiane non ha problemi di accesso al credito

Il dato emerge dalla indagine congiunturale di Mediobanca sul IV capitalismo. Nel complesso confermata la vitalità delle medie imprese che sembrano preoccupate più dalla guerra sui prezzi cinese che dai dazi di Trump

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L’aveva sottolineato la recente relazione della Banca d’Italia, ed ora una conferma indiretta viene in questi giorni dal tradizionale rapporto di Mediobanca sulle medie imprese. La riduzione del credito bancario alle aziende era evidenziata nella relazione annuale e dipende più da un problema di domanda che di offerta.

Gli fa eco, infatti, lo studio congiunturale che l’Ufficio Studi di Piazzetta Cuccia realizza ogni anno su un campione di 4.300 imprese manifatturiere tra 50 e 500 dipendenti. Ebbene, il 69,4% delle aziende del cosiddetto IV Capitalismo, quello delle medie imprese, dichiara di non avere problemi di accesso al credito, bancario e non, con il 18,1% che non ha fatto ricorso a finanziamenti.

Non solo. Per il 77% delle imprese interpellate nella survey, l’autofinanziamento rimane la principale fonte di finanziamento; il 71,5% ha avuto accesso a finanziamenti bancari, mentre il 16,1% ha ottenuto liquidità attraverso cessione dei propri crediti a una società di factoring, e il 5,8% ha usufruito di fondi pubblici.

Nel complesso, dallo studio di Mediobanca emerge un capitalismo tutt’altro che allo sbando. Impensieriscono, certo, i dazi di Donald Trump, ma ancora di più la guerra dei prezzi messa in atto dalle aziende cinesi per conquistare i mercati europei.

Le medie imprese italiane hanno chiuso il 2024 con un contenuto +0,6% del fatturato, molto condizionato da un export vivace, assestatosi a +3,3%. E il 2025? Secondo l’indagine, la previsione delle vendite parla di un incoraggiante +3%, composto da un +2% sul mercato interno e da un +4% sull’export.

Tutti dati che – spiega Il Corriere della Sera – fanno dire a Gabriele Barbaresco, direttore Area Studi di Mediobanca, che: «Le imprese del quarto capitalismo italiano restano con i piedi per terra, rimangono moderatamente ottimiste e ci danno una bella lezione di pragmatismo imprenditoriale».

Competitive nel business, le medie imprese italiane confermano la loro pervicace tendenza a rimanere di dimensioni limitate e, soprattutto, a non uscire dall’alveo dell’originaria famiglia imprenditoriale. Solo il 3,6% pensa che in questa fase sia utile o prioritario aprire il capitale a soggetti terzi.