La Corte di Cassazione – ha riferito Radiocor – ha messo la parola fine alla vicenda legata all’aumento di capitale 2011 di Monte dei Paschi di Siena, confermando le sanzioni della Consob a Francesco Gaetano Caltagirone e Massimiliano Capece Minutolo per omissioni informative nel prospetto destinato al mercato.
Le ammende, rispettivamente di 45mila e 35mila euro, sono state confermate integralmente, con il rigetto dei ricorsi e la condanna al pagamento delle spese. La Suprema Corte ha stabilito che la contestazione era tempestiva, basata su elementi emersi nell’aprile 2013, dopo la rimozione del segreto istruttorio da parte della Procura di Siena.
La sentenza ribadisce l’obbligo di tutti i membri del consiglio di amministrazione, anche non esecutivi, di informarsi e vigilare sulla correttezza dei documenti finanziari destinati agli investitori. La Consob aveva inflitto le sue sanzioni per le omissioni informative contenute nel prospetto dell’aumento di capitale 2011 di Monte dei Paschi di Siena, «in un complesso di operazioni che avevano portato all’acquisizione della Banca Antonveneta da parte di Mps».
In particolare, aveva accertato la mancata rappresentazione – nei documenti destinati al mercato – di alcune informazioni. Nello specifico, «la Banca aveva indicato in modo erroneo la contabilizzazione dei bilanci 2008, 2009, 2010 di talune operazioni, Alexander, Santorini e Nota Italia, corretta con il restatement di tali bilanci 6 febbraio 2013».
L’Autorità di vigilanza aveva anche contestato altri fattori, come i Tror (Total Rate of Return Swap) stipulati dalla Fondazione Mps sui titoli Fresh 2008, e sulla relativa «Indemnity side letter del 10 marzo 2009, con la quale Mps, in occasione dell’assemblea dei sottoscrittori dei Fresh 2008, aveva concesso a The Bank of New York una manleva per eventuali perdite derivanti da azioni legali intraprese dai medesimi sottoscrittori dei Fresh 2008 contrari alle modifiche del regolamento del prestito e/o da Jabre Capital Partners».
Con questa decisione, la Cassazione rafforza l’orientamento giurisprudenziale secondo cui l’inizio del termine di decadenza decorre dall’accertamento dei fatti e non dalla semplice constatazione, riaffermando il principio della trasparenza finanziaria.
La conferma delle sanzioni invia un segnale chiaro: la vigilanza sui prospetti informativi è centrale per tutelare gli investitori e garantire la fiducia nel sistema bancario italiano, e il dovere di correttezza grava in maniera piena su tutti i membri del CdA, indipendentemente dal ruolo esecutivo.
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