Europa: le banche con redditività elevata e solidità patrimoniale, dice la BCE

Secondo il Bollettino economico della Banca Centrale il primo trimestre 2025 è stato caratterizzato da un lieve irrigidimento nelle concessioni dei prestiti alle imprese. NPL sotto controllo, ma aumenti significativi dei crediti in Stage 2 per piccole imprese e immobili commerciali

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Il settore bancario dell’area euro ha continuato a mostrare capacità di tenuta, con solide posizioni patrimoniali e livelli di redditività ancora elevati, nonostante le difficoltà legate alla debole crescita economica. A pochi giorni da un report sulla stabilità finanziaria della Banca d’Italia, un nuovo documento, questa volta per l’intero continente, giunge a ribadire la sostanziale stabilità dell’industria creditizia. È il bollettino economico della Banca Centrale Europea (BCE), secondo cui nel quarto trimestre del 2024 la capitalizzazione delle banche si è mantenuta sostanzialmente stabile, con coefficienti patrimoniali ben al di sopra del 15% e riserve di capitale volontarie superiori ai requisiti di capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1, Cet1). Il rendimento del capitale delle banche è rimasto elevato, al 10%, nel quarto trimestre del 2024, malgrado un aumento del fabbisogno di accantonamenti in alcune classi di attività e il calo del sostegno fornito dal margine di interesse rispetto al picco registrato nel primo trimestre del 2024.

«Secondo l’indagine sul credito bancario nell’area dell’euro di aprile 2025, i criteri per la concessione di prestiti alle imprese hanno di nuovo subito un lieve irrigidimento nel primo trimestre dell’anno e la domanda netta di prestiti è leggermente diminuita, dopo una modesta ripresa nei trimestri precedenti. I criteri per la concessione di mutui per l’acquisto di abitazioni si sono allentati e la domanda netta di mutui per l’acquisto di abitazioni ha continuato ad aumentare vigorosamente».

In presenza di tassi di interesse ancora elevati, «la qualità degli attivi ha lentamente continuato a peggiorare, con notevoli differenze tra Paesi. La quota dei crediti deteriorati è rimasta sostanzialmente stabile, prossima ai minimi storici osservati nel primo trimestre del 2023. L’incidenza di crediti che hanno subito un significativo deterioramento (ovvero nello stadio 2) è cresciuta notevolmente nel 2024, soprattutto per le piccole imprese e per il comparto degli immobili commerciali: per tenerne conto, le banche hanno aumentato gli accantonamenti per perdite di valore».