Intrum ha completato con successo l’operazione di ricapitalizzazione ed è uscita dalla procedura di Chapter 11 avviata negli USA nell’ottobre del 2024. Lo ha comunicato il gruppo svedese leader nella gestione del credito, precisando che le scadenze dei propri debiti sono state ridefinite con uno sconto del 10%, affiancate a un nuovo finanziamento, a supporto degli obiettivi del piano aziendale e della strategia di deleveraging.
L’operazione – ha sottolineato la nota della società – ha ricevuto il sostegno «schiacciante» di tutte le classi di creditori e delle principali parti interessate in tutte le procedure di ricapitalizzazione rilevanti. «La conclusione della nostra ricapitalizzazione» – ha commentato Andrés Rubio, CEO e Presidente di Intrum – «è una testimonianza del valore del nostro team e un traguardo significativo per il futuro della nostra azienda. Siamo emersi come un’azienda più solida, con una struttura del capitale allineata al nostro piano aziendale».
A conferma che la società si è incamminata verso un sentiero di risanamento, sono giunti anche i conti del secondo trimestre 2025, che mostrano una forte crescita della redditività, con l’utile netto più elevato da quando è stata presentata la nuova strategia nel 2023 e triplicato rispetto al trimestre precedente.
In dettaglio, il margine operativo (EBIT) è cresciuto del 29%, raggiungendo 1.326 milioni di corone svedesi. L’utile netto dell’intero semestre è aumentato a 425 milioni di corone svedesi, rispetto alla perdita di 1.573 milioni dello stesso periodo del 2024.
In considerazione di tutte queste novità, S&P ha elevato il rating di Intrum da D a CCC+.
In un comunicato, la società di rating sottolinea tuttavia che «la società rimane fortemente indebitata dopo la ristrutturazione, con un rapporto debito/EBITDA rettificato da S&P Global Ratings superiore a 6x» e ritiene che «la sua struttura del capitale rimanga vulnerabile in vista del prossimo rifinanziamento del debito sulle obbligazioni di settembre 2027».