L’economia della Lombardia ha subito un forte rallentamento, con una crescita del PIL stimata a +0,4%, in linea con l’andamento nazionale. L’industria ha registrato una produzione in calo del 1,2% nel primo semestre del 2024, con una domanda debole sia interna che estera, e un calo dell’export del 0,3%.
In una parola, la locomotiva d’Italia si è fermata.
È quanto attesta l’indagine periodica della Banca d’Italia che ha rilevato un calo del fatturato nei primi nove mesi dell’anno e una previsione di stabilizzazione delle vendite nei prossimi sei mesi. La spesa per investimenti è diminuita nel 2024 e si prevede un ulteriore calo nel 2025.
Il settore delle costruzioni ha rallentato, ma la ripresa delle opere pubbliche sostenute dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) potrebbe avere un effetto positivo sul PIL regionale.
Il settore dei servizi ha visto una crescita sostenuta, soprattutto grazie all’aumento dei flussi turistici, con una crescita della spesa dei turisti stranieri del 19,2% nel primo semestre.
Il reddito delle famiglie è aumentato del 2,7% in termini reali nel primo semestre, ma i consumi sono rimasti stagnanti. L’occupazione è cresciuta dell’1,2% e il tasso di disoccupazione è sceso al 3,9%, ma ci sono segnali di cambiamento nelle condizioni del mercato del lavoro.
Il quadro congiunturale più debole i riverbera anche nei default della aziende. Dopo circa quattro anni di sostanziale stabilità, il rallentamento ciclico ha determinato in Lombardia una ripresa dei tassi di insolvenza sui debiti delle imprese: nel primo semestre del 2024 il flusso di nuovi prestiti deteriorati è stato pari a 2,2 miliardi di euro (1,4 miliardi sia nel primo sia nel secondo semestre del 2023). Nella media dei quattro trimestri terminanti a giugno, il tasso di deterioramento è stato dell’1,8% (1,3% nel 2023). Si tratta di un “primo segnale”, secondo Banca d’Italia, che non si tradurrà necessariamente in un ulteriore deterioramento ma che è «coerente con un quadro congiunturale di forte rallentamento».