𝙌𝙪𝙚𝙨𝙩𝙞𝙤𝙣 𝙏𝙞𝙢𝙚: Patuelli e i crediti deteriorati

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Massimo Famularo: senior NPE advisor per Luzzatti SCPA
"Le banche non hanno il corno della fortuna. Coi tassi così bassi la rischiosità del prestito è alta" e "quindi c'è una possibilità di nuovi incrementi di crediti deteriorati, soprattutto se non c'è una stabilità di politiche economiche prospettive sulle due sponde dell’Atlantico”. 
Lo ha detto sabato scorso il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, intervenendo a Trento al Festival dell’Economia.

Il commento di Massimo Famularo

L’affermazione che collega la riduzione dei tassi di interesse con la rischiosità dei finanziamenti appare di difficile interpretazione e, presa alla lettera, sembrerebbe presuppore una sorta di legame meccanico tra tassi di mercato e condizioni applicate alla clientela, che prescinde dalle prassi ordinarie di risk based pricing che, secondo le più recenti guidelines EBA,  dovrebbero presiedere all’attività di Loan Orgination e Monitoring (https://www.eba.europa.eu/activities/single-rulebook/regulatory-activities/credit-risk/guidelines-loan-origination-and-monitoring).

Con riferimento all’andamento dei flussi attesi di nuovi crediti deteriorati, la previsione di un incremento appare al momento in controtendenza e, forse, si potrebbe leggere più come un invito a non abbassare la guardia, che non come una vera propria previsione quantitativa.

In sintesi, è possibile che le dichiarazioni del presidente Patuelli costituiscano un monito alla prudenza per le banche italiane a fronte di uno scenario internazionale oggettivamente caratterizzato da innumerevoli fattori di incertezza.