ACS Capital licenzia altri 66 dipendenti dopo i 50 dello scorso anno

La società di gestione dei crediti deteriorati che fa capo a Bain Capital ridurrà la propria operatività soltanto all’attività di master servicing con una pianta organica di una decina di dipendenti

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Lo scorso anno già 50 dipendenti avevano lasciato l’azienda ed ora ad altri 66 impiegati delle Acs Capital sono arrivate le lettere di licenziamento. Ne ha dato notizia all’Ansa, sotto ferragosto, una nota delle organizzazioni sindacali dove si precisa che nella società di gestione dei crediti deteriorati controllata dal 2020 dal fondo statunitense Bain Capital, con sede operativa a Tavagnacco (Udine), rimangono ormai occupati soltanto 10 dipendenti. Le drastiche decisioni aziendali erano state comunicate nei giorni precedenti alle organizzazioni dei lavoratori in un incontro in cui la proprietà ha annunciato un’ulteriore riorganizzazione, con la chiusura degli uffici di Milano e di Roma, che non erano state toccati dai tagli dello scorso anno, e il licenziamento di ulteriori 43 dipendenti in servizio nella sede di Tavagnacco (Udine).

La decisione – hanno spiegato in una nota Guido Fasano (Fabi), Gennaro Manco (First Cisl) e Andrea Rigonat (Fisac Cgil) – è giustificata dall’azienda a seguito del recesso dei contratti di servicing sui portafogli in gestione ad Acs e al conseguente riposizionamento dell’attività aziendale sul solo master servicing”. “Le parti – hanno aggiunto – definiranno ulteriori incontri nei quali approfondire le motivazioni che hanno condotto il socio a una tale inopinata scelta, a nemmeno un anno dalla chiusura della precedente procedura”.

I sindacati annunciano fin d’ora che “metteranno in atto tutte le iniziative possibili per contrastare le determinazioni della proprietà, coinvolgendo da subito anche le istituzioni del territorio”.