Secondo un report recente dell’agenzia di rating del credito DBRS Morningstar, nel prossimo anno è previsto un deterioramento della qualità del credito per le banche europee legato ai livelli più alti nei tassi di interesse alla debole crescita economica nella maggior parte delle economie europee. L’impatto sarà più evidente sui mutui ipotecari, nei paesi dove sono più diffusi quelli a tasso variabile e sui crediti corporate a fronte della oggettiva difficolta per le imprese nel traslare i maggiori costi sui clienti quando la domanda aggregata è debole.
Lo scenario generale
Con poche eccezioni, le banche europee hanno sperimentato un enorme aumento della redditività nel 2023, guidato da un forte incremento del reddito netto da interessi, mentre i costi del credito sono rimasti bassi. Per il 2024 l’agenzia di rating prevede che i guadagni delle banche rimangano forti, sebbene a livelli inferiori rispetto al 2023, a causa della pressione sui margini e della lenta crescita dei prestiti, nonché dell’aumento delle spese e dei costi del credito. Appare inoltre poco probabile che ci siano pressioni sulla liquidità in un contesto nel quale la domanda di prestiti rimane contenuta, i tassi più elevati alti e la crescita economica debole. I coefficienti patrimoniali continuano a beneficiare della forte generazione di utili delle banche, che sta in gran parte compensando la pressione per aumentare le distribuzioni di dividendi e i riacquisti di azioni.
Si attende un peggioramento nella qualità degli attivi
La qualità degli attivi bancari è migliorata negli ultimi anni grazie al contesto creditizio generalmente favorevole, alle misure di sostegno monetario e fiscale nei periodi di stress e alla richiesta continuativa da parte delle autorità di vigilanza di ridurre i crediti in sofferenza. Nel prossimo anno, tuttavia, è probabile che al venir meno dei fattori mitiganti registrati in passato, le vulnerabilità che ancora rimangono possano emergere con maggiore chiarezza e per questo motivo DBRS prevede che i prestiti in sofferenza e i relativi costi del credito aumentino moderatamente nel 2024 e che questo si verifichi in misura maggiore nel settore delle imprese rispetto alle famiglie.
Per quanto riguarda i mutui, il mercato europeo è molto diversificato. In mercati come Germania, Francia, Paesi Bassi e Belgio, i mutui a tasso fisso a lungo termine sono la norma. Di conseguenza, un’ampia percentuale di mutuatari in Europa beneficia di tassi molto bassi per 10-20 anni. Allo stesso tempo, vi sono mercati in cui la quasi totalità (Portogallo) o una parte significativa dei mutui è a tasso variabile (Austria, Spagna e Italia). In combinazione con un’inflazione ancora elevata, ciò potrebbe causare stress per i mutuatari, con conseguenti maggiori perdite sui prestiti nel 2024. Tuttavia, notiamo anche che gli utili bancari in questi mercati hanno beneficiato in misura maggiore degli aumenti dei tassi e quindi le banche hanno la capacità di assorbire perdite più elevate.