Evoluzione del mercato NPE: l’importanza di giocare d’anticipo

La rubrica "Credit Management Industry" di Massimo Famularo

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L’industria italiana degli NPE e della gestione dei crediti sta attraversando una trasformazione significativa. L’approccio tradizionale alla gestione dei crediti deteriorati (detenzione passiva, recupero giudiziale, grandi operazioni di sistema e utilizzo di garanzie statali) sta lasciando il passo a strategie più sofisticate, volte a giocare d’anticipo intervenendo in modo precoce sulle posizioni che possono essere riportate in bonis e indirizzando le altre verso processi industriali consolidati anche grazie a partnership con altri player di sistema. È quanto sottolinea PWC in un recente aggiornamento sulle tendenze evolutive del mercato NPE.

Dopo aver raggiunto il suo picco nel 2015, lo stock di esposizioni non performing (NPE) sui libri bancari è diminuito costantemente, raggiungendo i 56 miliardi di euro a giugno 2023. Storicamente, il focus principale della gestione era improntato a strategie di carattere passivo, che portavano all’accumulo di crediti in sofferenza (NPL), che spesso rimanevano nei libri contabili per anni. La strategia principale privilegiava il recupero giudiziale. Le “operazioni Jumbo” su larga scala hanno svolto un ruolo molto importante, con l’obiettivo di accelerare il processo di deleveraging.

Questo periodo ha visto anche l’utilizzo di strumenti come le GACS, che hanno portato a cessioni sostanziali per oltre 110 miliardi di euro tra il 2016 e il 2022. In questo contesto, nel corso degli anni, si è sviluppata un’industria specializzata nella gestione dei crediti deteriorati. Dieci anni fa, un solo operatore superava i 10 miliardi di euro di esposizioni non performing (NPE) in gestione; oggi, sono 14 gli operatori  che gestiscono più di 10 miliardi di euro di euro ciascuno e, nello specifico, i primi 10 gestiscono congiuntamente circa 300 miliardi di euro di NPE.

Nuovi indirizzi strategici

L’industria del credit management appare meno matura per la gestione delle esposizioni Unlikely to Pay (UTP) e di conseguenza è necessario che si realizzi un adeguamento nei processi di gestione per riuscire a soddisfare le nuove esigenze delle banche, introducendo nuovi servizi e un approccio innovativo per capitalizzare le opportunità di business emergenti che includono una gestione ad hoc per i prestiti UtP/Stage 2 e una risposta tempestiva alla gestione degli scaduti. Questa nuova fase richiede la creazione di partnership all’interno dell’ecosistema, coinvolgendo investitori, banche e servicer.

Le transazioni del mercato delle NPE sono sempre più guidate dal mercato secondario, il che comporta un’ulteriore pressione sugli acquirenti di debito regolamentato. È sempre più importante disporre di capacità interne di servicing per affrontare le complessità del mercato in evoluzione.

Questo cambiamento richiede una trasformazione del settore. Trovare soluzioni efficaci per la gestione dei crediti deteriorati non riguarda solo il sistema finanziario, ma è fondamentale per sostenere l’economia reale e richiede uno sforzo congiunto da parte del sistema (banche, servicer e investitori). Inoltre, il governo potrebbe fare la sua parte promuovendo soluzioni che creino un circolo virtuoso per l’intera economia.