Boom delle liquidazioni giudiziali: nel 2024 sono cresciute del 16% rispetto allo scorso anno

Prosegue il trend di crescita che aveva avuto inizio nel 2022. I dati dell'Osservatorio Berry Sea relativi ai primi quattro mesi del nuovo anno

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Le imprese italiane chiudono un po’ di più: nel primo quadrimestre del 2024, in Italia il numero di liquidazioni giudiziali, ovvero quelle procedure che, con l’entrata in vigore del Codice della crisi di impresa da luglio 2022 hanno sostituito i fallimenti, è aumentato del 16% rispetto allo stesso periodo del 2023. Lo rivela l’Osservatorio Berry Sea, a cura della startup Berry Srl che conferma i dati raccolti anche da Cribis. Ad aprile 2024 le liquidazioni sono a quota 2.862. Prosegue il trend di crescita avviato due anni fa. Inoltre sono 43.503 i fallimenti pendenti, in calo del 9% rispetto al 31 dicembre dello scorso anno (47.675).

Il primo quadrimestre del 2024 mostra un andamento positivo con quasi il doppio di pratiche chiuse rispetto a quelle nuove. La transizione dai fallimenti alle liquidazioni giudiziali, in base al Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, è ormai consolidata. I dati dell’Osservatorio evidenziano che Roma è in testa per numero di procedimenti aperti (232), seguita da Milano (228) e Torino (135). I tribunali con il maggiore incremento percentuale sono Verona (+147%) e Genova (+82%), mentre Cagliari registra un calo del 19%.

A livello regionale, ci sono state 2.862 nuove pratiche, con Lombardia (560), Lazio (354) e Veneto (277) al vertice. Molise (-36%) e Abruzzo (+88%) sono le regioni con le variazioni percentuali più significative. Complessivamente, le procedure pendenti si assestano a 53.560 (-4% rispetto al 2023), con 10.057 liquidazioni giudiziali e 43.503 fallimenti (-9%). Milano ha chiuso il maggior numero di fallimenti (341). In termini di “clearance rate” (rapporto tra procedure chiuse e nuove), le Marche mostrano un tasso del 163%, mentre Trentino-Alto Adige (-49%) e Piemonte (-4%) sono le uniche regioni con un tasso negativo.