Europa: mercato secondario dei crediti ancora a macchia di leopardo nonostante la direttiva NPL

Un report di Accuria mette a confronto l’attuazione delle nuove regole comunitarie in Austria, Francia, Germania, Grecia, Italia, Portogallo e Spagna

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In Europa il mercato secondario dei crediti rimane a macchia di leopardo nonostante la recente direttiva comunitaria NPL (UE) 2021/2167. Lo sottolinea Accuria, società inglese di consulenza nel credit management.

Da un’analisi completa dell’impatto pratico della direttiva, con particolare attenzione agli sviluppi in Austria, Francia, Germania, Grecia, Italia, Portogallo e Spagna, emerge che il nuovo quadro regolamentare, sebbene «rappresenti un’iniziativa fondamentale per armonizzare il mercato secondario dei crediti deteriorati (NPL) nell’Unione europea», fa emergere «preoccupazioni in merito alla sua attuazione disomogenea e al suo effetto limitato nella creazione di un mercato pienamente integrato».

Il report ha individuato differenze persistenti nei quadri giuridici nazionali, che complicano le transazioni transfrontaliere sugli NPL e sollevano preoccupazioni in materia di tutela dei consumatori. Benché la normativa sia entrata formalmente in vigore nel 2023, alcuni Paesi (Portogallo, Spagna e Austria) sono stati deferiti alla Corte di Giustizia Comunitaria per non averla ancora recepita nei loro ordinamenti.

A questo si aggiungono «le persistenti divergenze nell’attuazione nazionale, i casi di “gold-plating” normativo e le differenze strutturali nei sistemi legali e giudiziari continuano a frammentare il mercato». I nuovi requisiti di autorizzazione – sottolinea il report – pur migliorando la supervisione, risultano spesso sproporzionatamente onerosi per i gestori di crediti più piccoli, accelerando il consolidamento del mercato. La complessità operativa, aggravata da obblighi di segnalazione nazionali non uniformi, «sottolinea ulteriormente l’urgenza di miglioramenti dell’efficienza basati sulla tecnologia».

Nella prima metà del 2024 solo il 10% delle transazioni NPL interessava più giurisdizioni. E, nonostante la presenza di gruppi internazionali di gestione del credito come Intrum, DoValue, EOS, PRA Group e Hoist Finance, «non si prevede che la Direttiva NPL di per sé aumenti direttamente o immediatamente il volume delle attività transfrontaliere o intensifichi la concorrenza sui prezzi. Il suo contributo principale in questo senso potrebbe essere più indiretto, promuovendo nel tempo un settore di servizi e investitori più sofisticato, professionale e affidabile».

Accuria sottolinea inoltre gli eccessivi costi di autorizzazione dei nuovi soggetti autorizzati ad operare nel mercato secondario dei crediti, che peraltro variano considerevolmente: da 25.000 a 150.000 euro per giurisdizione, con la Germania che rappresenta il Paese con i costi di implementazione più elevati, a causa di requisiti organizzativi complessi.

I costi di conformità interna ammontano a 100.000–300.000 € all’anno per i team di compliance dedicati, più 50.000–200.000 € per l’infrastruttura tecnologica iniziale, creando oneri sproporzionati per i fornitori di servizi più piccoli. Altri aspetti critici sono rappresentati dalle piattaforme IT, dall’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale e dalla gestione dei dati. Tutte problematiche che spingono ai margini del mercato gli operatori più piccoli e con minori disponibilità economiche.