Gli NPL scarseggiano e ora il settore è costretto a cambiare assetto

I player si stanno aggregando a causa della riduzione dei crediti in sofferenza. Si tratta di un beneficio per le banche ma di un guaio per l’industria dei servicer

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Il grosso calo intervenuto negli ultimi anni negli stock di crediti in sofferenza è al tempo stesso delizia delle banche e croce per l’industria dei servicer. Si tratta di un aspetto, infatti, che se da un lato apporta benefici per i bilanci delle banche e anche per il sistema Italia e per lo stato di salute delle imprese, dall’altro si sta trasformando in un serio problema per gli operatori del settore NPL, costretti alla riorganizzazione a causa della riduzione del business.

Ad evidenziarlo in una propria analisi sul Sole24Ore è Alessandro Graziani, il quale cita il recente caso della fusione doValue – Gardant, un’aggregazione tra player che punta sulle sinergie di costo, ma anche il tentativo della Ion di Andrea Pignataro che, dopo aver rilevato Cerved punta ad aggregarla con Prelios, che si mantiene in ottime condizioni avendo scelto di puntare sulla gestione, più redditizia degli UTP.

Secondo Graziani queste due operazioni completano il riassetto dei principali operatori del settore Npl. Tuttavia la crisi del settore coinvolge anche alcuni grandi gruppi europei in Italia, come i francesi di Iquera e il colosso svedese Intrum. Entrambi stanno affrontando una ristrutturazione aziendale dovuta a un modello di business basato sull’acquisizione a debito di portafogli di Npl. L’aumento dei tassi di interesse degli ultimi due anni ha negativamente influenzato il valore dei crediti e i costi finanziari, causando a Intrum un crollo azionario del 60% nell’ultimo anno. La ripresa del settore degli Npl è incerta, con previsioni contrastanti. Fitch prevede la generazione di altri 1.000 miliardi di Npl in Europa entro il 2025, di cui 200 miliardi in Italia. Tuttavia, i dati macroeconomici e le previsioni delle banche italiane per il 2024 non confermano questa prospettiva. Sebbene non sia imminente, una recessione potrebbe avvenire, e avere un’industria efficace di gestione dei crediti deteriorati sarà fondamentale per le banche e l’economia italiana.