Politica monetaria: attenti a non perdere il controllo delle aspettative!

Riflessioni sul libro “Monetary Policy Normalization: One Hundred Years After Keynes’ Tract on Monetary Reform”, Paolo Savona and Rainer Stefano Masera (Editors), Springer Verlag - 2023

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Non sarà possibile tornare entro breve tempo al target del 2% d’inflazione praticando le attuali politiche monetarie di normalizzazione, perseguite dalla BCE, soprattutto se si limitano a “considerare” gli andamenti correnti dei prezzi, senza indicare quale visione di lungo periodo orienti le loro scelte. Così facendo si perde il controllo delle aspettative, che rappresenta l’unico vero efficace risultato della politica monetaria.

È il fil rouge che percorre la raccolta di saggi curata per la Springer Verlag dagli economisti Paolo Savona e Rainer Masera, ex-banchieri centrali con alle spalle una vasta esperienza operativa in campo finanziario, oltre che politico (sono stati entrambi ministri del governo italiano). La raccolta – ne è prevista anche una versione in italiano per i “Tipi” della Passigli Editore – si è prefissa di porre ordine nel dibattito confuso che si è tenuto sulla “normalizzazione” della politica monetaria, decisa a seguito dell’irrompere dell’inflazione alla fine del 2021, intesa come ritorno a una gestione ortodossa dopo la fase di creazione “accomodante”. Dopo che i curatori hanno spiegato gli scopi del lavoro e analizzato i diversi aspetti del problema, Lord Mervyn King, ex-governatore della Bank of England, avanza le sue valutazioni sul perché le banche centrali si sono accorte con grave ritardo dell’entità del fenomeno inflazionistico e le individua principalmente nella carenza degli strumenti previsivi usati; egli argomenta sulla necessità di un Great Repricing, un’incisiva ridefinizione dei prezzi delle attività finanziarie (e non solo di queste).

A questo saggio segue un esame delle teorie e pratiche della politica monetaria condotto da Donato Masciandaro, dell’Università Bocconi di Milano, che evidenzia i limiti di efficacia della normalizzazione attuata prevalentemente con aumenti dei tassi dell’interesse decisi sulla base di osservazioni contingenti dei dati e non a seguito di un disegno di lungo termine, che tenga conto dell’impatto sull’attività reale e sulla stabilità bancaria. Monika Poettinger, anch’essa dell’Università Bocconi, va invece alla radice dell’evoluzione storica e logica dei linguaggi usati nella ricerca scientifica, in particolare in materia economica, saldandosi alla problematica della loro inefficacia sollevata da Lord King e, aprendo la strada all’analisi di Antonio Simeone, della LUISS Guido Carli di Roma. Quest’ultimo avanza una serie di argomenti sulle possibilità offerte da ciò che definisce Econofisica, la quale abbraccia linguaggi e logiche scientifiche ben più ampie dell’Intelligenza Artificiale, e indica la nuova frontiera dei metodi predittivi in economia, che potrebbero evitare nuovi errori nelle scelte di politica monetaria.

In questo scenario si colloca l’esame condotto da Francesco Capriglione e Valerio Lemma sulla soluzione da dare alla nascita della CBDC, la moneta digitale delle banche centrali, con particolare riferimento all’euro, sottolineando che l’innovazione investe l’architettura istituzionale monetaria e finanziaria della comunità globale, da non ignorare nel definire le forme e giudicare l’efficacia del processo di normalizzazione avviato; soprattutto perché, in carenza di regolamentazione delle cryptocurrency e delle attività tokenizzate, le restrizioni di quantità e di costo nella creazione di moneta causano spostamenti dal settore regolamentato, senza rilanciare però quello del Fintech, anzi aumentando, come accaduto, i rischi di destabilizzazione dell’intero sistema, perché essi non “vivono di luce propria”, ma ancora dipendono dalla liquidabilità degli asset con strumenti monetari dotati di potere liberatorio legale.

Marco Rossi, giurista, presidente del Comitato scientifico del Centro Studi Alma Iura, ha contribuito al volume con un’analisi sulla “law in action” (legge in azione), attirando l’attenzione sulla profonda differenza che comporta l’esistenza di diversi regimi giuridici per giudicare l’operatività delle innovazioni tecnologiche, distinguendo quello realizzato nell’ambito della civil law di origine francese da quello della common law, di origine normanna, affermatasi nei paesi anglosassoni. La sua argomentazione è che i ritardi di regolamentazione nel regime di civil law vengono colmati con decisioni simili a quelle che rappresentano il cuore del regime di common law, ossia le sentenze, dato che le controversie nascenti nel settore del Fintech vengono decise dalla magistratura penale, civile e amministrativa in condizione d’incompleta conoscenza della realtà delle innovazioni informatiche in cui si collocano.

Fabio Vanorio, funzionario pubblico profondo conoscitore dei problemi delle innovazioni tecnologiche, colloca la problematica affrontata dalla raccolta di saggi nel quadro dei mutamenti che esse causano negli equilibri geopolitici, dove la politica monetaria ha un peso di rilievo. La sua analisi si prefigge di evitare che i paesi trascurino i progressi raggiunti nella costruzione del welfare per favorire il warfare, passando da una competizione volta a migliorare il benessere delle popolazioni in una che si approssima a divenire un conflitto permanente, non solo militare, dove la ricerca della superiorità tecnologica nell’Infosfera diviene l’obiettivo principale, la crescita globale si riduce e gli “ascensori sociali” cessano di operare.

Jan A. Kregel, professore all’Università Tecnologica di Tallinn in Estonia, co-fondatore della Scuola Post-keynesiana e grande conoscitore di Hyman Minsky, trae le conclusioni dell’intero lavoro, risalendo alle origini della moderna politica monetaria, dedicando particolare attenzione ai contributi di Irving Fisher e John Maynard Keynes, il cui cinquantenario della pubblicazione del Tract of Monetary Reform gli autori del lavoro hanno inteso celebrare, considerandola una ricerca che non ha mai fine; gli stessi temi allora dibattuti sono nuovamente riemersi, in un habitat politico e tecnologico più complicato, per l’affermarsi di una politica monetaria accomodante per evitare una grave crisi sistemica, nella quale si è inserita una ripresa dell’inflazione che ha imposto un nuovo cambio d’indirizzo.

Nel complesso gli autori hanno tenuto a freno la tentazione di avanzare critiche al comportamento eccessivamente accomodante delle banche centrali dopo la crisi globale del 2008, mostrandosi ben consci che esse hanno dovuto affrontare conseguenze assai complesse, alle quali si sono aggiunte la pandemia del Covid-19 nel 2020 e la ripresa repentina della domanda globale nel 2021, che hanno sconvolto le conoscenze che avevano fino a quel momento guidato la loro azione. E tuttavia, avvertono: la “normalizzazione” della politica monetaria, per avere successo, deve includere una visione di lungo periodo così da incidere nel controllo delle aspettative che, a ben vedere, rappresenta appunto l’autentico obiettivo della politica monetaria.

A 50 anni dalla pubblicazione del Tract on Monetary Reform, gli stessi temi dibattuti da Keynes sono riemersi in un habitat politico e tecnologico più complicato.